5.6.07

……CON LE GAS GAS NEL DESERTO
























Come diceva un grande scrittore…”Le cose belle della vita capitano a volte per caso”, ed è per caso che Salvo Messina Concessionario GasGas di Catania, incontrandosi, attorno ad un tavolo pieno di carte geografiche col suo socio di avventure Gianni Vicari di Quinta Piena Club, decidono di radunare un gruppo d’amici per provare le doti delle nuove GasGAs nel deserto africano.
All’iniziativa aderiscono entusiasti tantissimi amici, qualcuno purtroppo per problemi di varia natura è costretto a rinunciare sia pur a malincuore, alla fine si conteranno 42 partecipanti,di cui nove moto e quindici fuoristrada attrezzati di tutto.
Tutto ha inizio alle prime ore del mattino di Sabato 21, armati di fuoristrada e carrelli, partiamo alla volta di Palermo dove c’imbarchiamo per Tunisi.
Arriviamo in tarda serata alla “Goulette“. Da lì una volta sbrigate le lunghe pratiche doganali, ci dirigiamo in tutta fretta presso l’albergo per un buon pasto ed una sana dormita conciliatrice, anche nella consapevolezza di ciò che ci sarebbe aspettato il giorno dopo.
Sveglia alle 7.30 e dopo un’abbondante colazione a base di marmellata di fichi e uova fritte, intraprendiamo il viaggio alla volta di Matmata, villaggio di poche anime nel sud tunisino famoso per le case troglodite, vere e proprie abitazioni scavate nella roccia prevalentemente per difendersi dalla calura estiva. Giungiamo nel paesino troglodita in serata e l’albergo che ci accoglie e un rifacimento di quelle case caratteristiche del luogo ma con una piscina annessa che è la fine del mondo, purtroppo la temperatura dell’acqua e bassa e non resta che goderci uno splendido tramonto.
Il desiderio di sabbia è forte e la mattina seguente tutti i preparativi sono finalizzati allo scopo di “ mettere le ruote sulle dune”. La giornata non promette niente di buono, anzi qualche goccia non tarda ad arrivare, imbardati di tutto punto, i primi a salire sulle moto della Casa Spagnola partono in direzione di “Ksar Ghilane” splendida oasi e tappa d’obbligo per tutti i viandanti del deserto tunisino, tuffarsi nella sorgente d’acqua calda per trovare sollievo, dopo la traversata desertica.
All’ imbrunire attorno ad un tavolo del campeggio dell’oasi in attesa di consumare la cena si scambiano le prime opinioni sulle moto. La prima cosa che esalta i sensi è la facilità di guida e l’intuitività che ti dà, sembra di averla sempre avuta, qualcuno aggiunge che questo ti porta ha sottovalutarla tanto che a volte per eccesso di foga ci si lascia prendere la mano o la “manetta”.
La notte scorre sotto un’acquazzone e noi dentro i nostri sacco a pelo nelle tende berbere del campeggio già pensiamo alla compattezza delle dune dell’indomani.
I maestosi festoni disegnati sulla sabbia ci attendono e dopo una rapida colazione e dopo avere fatto rifornimento da “Abib” simpatico personaggio che gestisce un distributore molto casalingo nei pressi dell’oasi, ci mettiamo in marcia verso il fortino e subito dopo verso Douz attraverso la “Diretta”. Serata a disposizione per visita al centro della cittadina definita “ La porta del deserto”.
Ma le emozioni non finiscono qua e la giornata di oggi c’è ne preserva tantissime. Attraversiamo il parco nazionale del Jebil per fare campo sotto le alte dune di Timbaine dove ad attenderci c’è Moctar il nostro amico tunisino che ha organizzato, per noi, insieme al suo gruppo un bivacco con tanto di falò, tende arabe e spettacoli danzanti che dopo la splendida cena hanno riscaldato la notte “sotto le stelle”.
Ci svegliamo con le note del pezzo più famoso dei Coldplay che il nostro amico Emanuele detto il “Maresciallo” ha diffuso in tutto il deserto, mettendo in crisi, l’impianto stereo della macchina di Luigi, sveglia miracolosamente apprezzata da tutti. Colazione si smonta il campo e si riparte.
Perdersi in un mare di sabbia è la sensazione che proviamo addentrandoci in questo smisurato Erg. Sensazione provata in pieno da Salvo Messina che per amore di cavalcare le dune più alte per tre ore ha fatto perdere le proprie tracce, nel pomeriggio ricongiuntosi con il gruppo ha raccontato,commosso,la sua incredibile esperienza e cioè di aver danzato per ore con la sua Gas Gas sulle dune come proprio fosse un balletto. Dopo tante suggestioni, l’arrivo in albergo ha suscitato in tutti il desiderio di immergersi nella jacuzzi, sapendo che quella sarebbe stata l’ultima notte di quest’avventura, l’indomani ad aspettarci la nave che ci avrebbe riportati in Sicilia.
La sensazione del viaggio giunto quasi alla fine, fa calare in tutti un velo di tristezza, consci della propria realtà quotidiana tanto diversa da quei luoghi attraversati carichi di poesia e semplicità, ma con la ferma intenzione di rimettere piede in terra d’Africa l’anno prossimo (una parte di noi sa già di non riuscire a resistere altri 12 mesi prima di rivedere la sabbia del Sahara ed ha gia dato la propria disponibilità per una partenza in novembre, chi ha detto che il mal d’Africa non esiste!!!!!!!!!!!).






di Emanuele Cavallaro

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