Chi ha detto che la macchina del tempo è un’invenzione partorita dalla feconda fantasia degli autori di romanzi di fantascienza?
Domenica scorsa ho (ri)scoperto di averne una vera che funziona benissimo; è arancione, ha una cilindrata di 200cc ed è in grado di compiere miracoli che nessuna acqua Fiuggi o diavoleria cosmetica riuscirebbe ad eguagliare!!
Sentivo che sarebbe stata una Domenica particolare e non solo per la festività della Befana. Strane telefonate, mormorii in passaparola, tanta voglia di una bella sudata ristoratrice dopo i raffreddori e le bronchiti di questo gelido autunno e gli stravizi del periodo natalizio.
Appuntamento a casa di Concetto Arena alle 9.30 del mattino, qualche ritardatario (il sottoscritto per primo, ma la macchina del tempo non voleva saperne di partire…) e finalmente la grande sorpresa. Siamo in tanti! Bellissimo!!
Seconda sorpresa: i partecipanti. Concetto con il suo (per usucapione) “fiammante” TM 80 del ’92, suo figlio Marco, con una bellissima e neo-arrivata Yamaha 250 4 tempi, che moriva dalla voglia di smanettare (poverino, se avesse immaginato…); Puccio Munzone, grande amico di vecchia data con il quale abbiamo condiviso le gioie della regolarità nei primi anni 80(Gilera Sicilia) e che ancora si dà egregiamente da fare con la manetta su nel profondo Nord in cui vive; l’amico Maurizio “il Fronzio” Puglisi con il suo gigantesco figliuolo Danilo, di gran lunga il più giovane del gruppo, Maurizio Fiorito, Platania col suo XR 600………………………………………. e poi, udite udite il caro, mitico Maurizio Loritto che fra una titubanza e l’altra, un vengo ed un non vengo, mollato dalla sua 125 che non si è risvegliata dopo innumerevoli tentativi (strano, non la metteva in moto solo da 10 anni…) si è presentato con un mastodontico, bellissimo, inadeguato TENERE’ 660 con GOMME DA STRADA!!!!!!!!
Qualche chilo in più, tanti riccioli in meno, ma la follia è sempre quella dei bei tempi.
Si parte, finalmente, e ci dirigiamo verso Misterbianco ricalcando con qualche variante il percorso della motocavalcata Sicula dello scorso Maggio.
Ci diamo appuntamento in cima alla punta dell’Aquila dividendoci in due gruppetti: infatti Marco, Maurizio ed il giovane Danilo, che vuole diventare un vero Endurista saliranno da una rampa mozzafiato resa ancor più disagevole dal fango, protagonista assoluto della nostra uscita, reso abbondantissimo dai giorni consecutivi di pioggia. Comincia la Via Crucis di Marco; non ci saranno ringraziamenti che basteranno per lui a fine giornata, per gli aiuti, le spinte, e le volte che ha tirato fuori le altrui moto dai pantani e dalle situazioni in cui ci siamo infilati.
Inutile dire che il caro Concetto, che ha scelto l’itinerario, sapeva benissimo a cosa si andava incontro, ma è proprio questo il bello in questo genere di uscite; non si fila a manetta per ore senza il tempo di guardarsi intorno o la possibilità di scambiare due impressioni. Si studia il modo in cui i più bravi affrontano l’ostacolo, si confrontano traiettorie ed opinioni, si ripetono più volte i passaggi più complessi. Ci si diverte e si impara. E ci si conosce ancor meglio…Così mentre Loritto smontava il parafango anteriore del “mostro” che in una fangaia cretosa era diventato tutto un blocco di calcestruzzo con la ruota, chiacchierando con Puccio apprendo che lui partecipa con enorme divertimento ed ottimi risultati al campionato italiano di Regolarità con moto d’epoca, e che con l’altro Maurizio ci conosciamo da una vita, ma avevamo un ricordo reciproco delle lunghe criniere che uscivano dai caschi fluttuando al vento..
Non farò il nome dell’amico che ha pensato bene di coricarsi per intero a bagno nel bel mezzo di un guado profondo e limaccioso. Bel tuffo!
Loritto invece stupisce (soprattutto chi non lo conosce) riuscendo a superare con il suo dinosauro ostacoli che tutti noi non avremmo neanche immaginato di affrontare: la classe non è acqua.
Arrivati sotto Valcorrente, ai piedi del sentiero del Vitello Morto, l’ennesimo guado, seguito da un’infida salitella iper saponosa segna la fine della nostra uscita.
Fronzio corica la sua Suzuki rompendo il braccialetto della frizione ed il contatto che permette l’accensione. Abbandoniamo la moto che verrà recuperata poche ore dopo con jeep e carrello; tutte le energie residue andranno via nell’inutile tentativo (almeno 5 a dire la verità…) di tirare su il bisonte di Loritto, che fra un uscita di catena ed una caduta nel fosso ci ha messi tutti ko.
Siamo tornati esausti ripercorrendo, ad eccezione degli appiedati, il percorso a ritroso e ritrovandoci sani e salvi a casa di Concetto dopo un po’, giusto in tempo per il pranzo. Nel pomeriggio, tramite il consueto giro di telefonate abbiamo scoperto che non riuscivamo ad elencare più di tre muscoli che non ci facessero male!
Ma volete mettere la gioia di dimenticare per qualche ora tutti i problemi, le noie e le incombenze del quotidiano? Suggerire al giovane Danilo una dritta su come salire in quel passaggio,difficile ricordandoci di quando noi eravamo al suo posto (ed alla sua età) ed ascoltavamo con gli occhi sgranati i consigli del Sig. Longo e di Concetto?
Il cerchio si chiude; ecco cosa intendevo parlando della macchina del tempo e del ringiovanimento. E’ il bello della vita.E’ il bello dell’Enduro.
Enzo Velotto 28
P.S. Se a qualcuno venisse voglia di fare il nostro giretto, consiglio due modi. Seguite tutti i pezzi di Tenerè seminati da Maurizio Loritto lungo il percorso oppure, più semplicemente, telefonateci e mettiamoci d’accordo. Alla prossima.
Domenica scorsa ho (ri)scoperto di averne una vera che funziona benissimo; è arancione, ha una cilindrata di 200cc ed è in grado di compiere miracoli che nessuna acqua Fiuggi o diavoleria cosmetica riuscirebbe ad eguagliare!!
Sentivo che sarebbe stata una Domenica particolare e non solo per la festività della Befana. Strane telefonate, mormorii in passaparola, tanta voglia di una bella sudata ristoratrice dopo i raffreddori e le bronchiti di questo gelido autunno e gli stravizi del periodo natalizio.
Appuntamento a casa di Concetto Arena alle 9.30 del mattino, qualche ritardatario (il sottoscritto per primo, ma la macchina del tempo non voleva saperne di partire…) e finalmente la grande sorpresa. Siamo in tanti! Bellissimo!!
Seconda sorpresa: i partecipanti. Concetto con il suo (per usucapione) “fiammante” TM 80 del ’92, suo figlio Marco, con una bellissima e neo-arrivata Yamaha 250 4 tempi, che moriva dalla voglia di smanettare (poverino, se avesse immaginato…); Puccio Munzone, grande amico di vecchia data con il quale abbiamo condiviso le gioie della regolarità nei primi anni 80(Gilera Sicilia) e che ancora si dà egregiamente da fare con la manetta su nel profondo Nord in cui vive; l’amico Maurizio “il Fronzio” Puglisi con il suo gigantesco figliuolo Danilo, di gran lunga il più giovane del gruppo, Maurizio Fiorito, Platania col suo XR 600………………………………………. e poi, udite udite il caro, mitico Maurizio Loritto che fra una titubanza e l’altra, un vengo ed un non vengo, mollato dalla sua 125 che non si è risvegliata dopo innumerevoli tentativi (strano, non la metteva in moto solo da 10 anni…) si è presentato con un mastodontico, bellissimo, inadeguato TENERE’ 660 con GOMME DA STRADA!!!!!!!!
Qualche chilo in più, tanti riccioli in meno, ma la follia è sempre quella dei bei tempi.
Si parte, finalmente, e ci dirigiamo verso Misterbianco ricalcando con qualche variante il percorso della motocavalcata Sicula dello scorso Maggio.
Ci diamo appuntamento in cima alla punta dell’Aquila dividendoci in due gruppetti: infatti Marco, Maurizio ed il giovane Danilo, che vuole diventare un vero Endurista saliranno da una rampa mozzafiato resa ancor più disagevole dal fango, protagonista assoluto della nostra uscita, reso abbondantissimo dai giorni consecutivi di pioggia. Comincia la Via Crucis di Marco; non ci saranno ringraziamenti che basteranno per lui a fine giornata, per gli aiuti, le spinte, e le volte che ha tirato fuori le altrui moto dai pantani e dalle situazioni in cui ci siamo infilati.
Inutile dire che il caro Concetto, che ha scelto l’itinerario, sapeva benissimo a cosa si andava incontro, ma è proprio questo il bello in questo genere di uscite; non si fila a manetta per ore senza il tempo di guardarsi intorno o la possibilità di scambiare due impressioni. Si studia il modo in cui i più bravi affrontano l’ostacolo, si confrontano traiettorie ed opinioni, si ripetono più volte i passaggi più complessi. Ci si diverte e si impara. E ci si conosce ancor meglio…Così mentre Loritto smontava il parafango anteriore del “mostro” che in una fangaia cretosa era diventato tutto un blocco di calcestruzzo con la ruota, chiacchierando con Puccio apprendo che lui partecipa con enorme divertimento ed ottimi risultati al campionato italiano di Regolarità con moto d’epoca, e che con l’altro Maurizio ci conosciamo da una vita, ma avevamo un ricordo reciproco delle lunghe criniere che uscivano dai caschi fluttuando al vento..
Non farò il nome dell’amico che ha pensato bene di coricarsi per intero a bagno nel bel mezzo di un guado profondo e limaccioso. Bel tuffo!
Loritto invece stupisce (soprattutto chi non lo conosce) riuscendo a superare con il suo dinosauro ostacoli che tutti noi non avremmo neanche immaginato di affrontare: la classe non è acqua.
Arrivati sotto Valcorrente, ai piedi del sentiero del Vitello Morto, l’ennesimo guado, seguito da un’infida salitella iper saponosa segna la fine della nostra uscita.
Fronzio corica la sua Suzuki rompendo il braccialetto della frizione ed il contatto che permette l’accensione. Abbandoniamo la moto che verrà recuperata poche ore dopo con jeep e carrello; tutte le energie residue andranno via nell’inutile tentativo (almeno 5 a dire la verità…) di tirare su il bisonte di Loritto, che fra un uscita di catena ed una caduta nel fosso ci ha messi tutti ko.
Siamo tornati esausti ripercorrendo, ad eccezione degli appiedati, il percorso a ritroso e ritrovandoci sani e salvi a casa di Concetto dopo un po’, giusto in tempo per il pranzo. Nel pomeriggio, tramite il consueto giro di telefonate abbiamo scoperto che non riuscivamo ad elencare più di tre muscoli che non ci facessero male!
Ma volete mettere la gioia di dimenticare per qualche ora tutti i problemi, le noie e le incombenze del quotidiano? Suggerire al giovane Danilo una dritta su come salire in quel passaggio,difficile ricordandoci di quando noi eravamo al suo posto (ed alla sua età) ed ascoltavamo con gli occhi sgranati i consigli del Sig. Longo e di Concetto?
Il cerchio si chiude; ecco cosa intendevo parlando della macchina del tempo e del ringiovanimento. E’ il bello della vita.E’ il bello dell’Enduro.
Enzo Velotto 28
P.S. Se a qualcuno venisse voglia di fare il nostro giretto, consiglio due modi. Seguite tutti i pezzi di Tenerè seminati da Maurizio Loritto lungo il percorso oppure, più semplicemente, telefonateci e mettiamoci d’accordo. Alla prossima.
2 commenti:
Luca ,quasi quasi mi vien voglia di farlo sto giro , se portano i pachidermi per fuoristrada , qualche possibilita' ce l'ho pure io .
Ti aspetto sempre, dimmi solo tu quando!
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